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IL CASO
(PRZYPADEK)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 7 novembre 1989
 
di Krzysztof Kieslowski, con Boguslaw Lind, Boguslawa Pawelec, Marzena Trybala. Tadeusz Lomnicki, Zbigniew Zapasiewicz (Polonia, 1981)
 
Girato poco dopo gli avvenimenti del 1980, bloccato fino al 1987): "C'est un film qui n'est plus actuel. Je ne pourrais pas tourner ce genre de film actuellement: je ne parle ici que de ses references politiques, sa philosophie en revanche m'est toujours proche." (Positif, ottobre 1988. )

Pochi secondi, pochi millimetri: tanti bastano a farti prendere - oppure a perdere - un treno. Constatazione che ognuno di noi avrà avuto modo di fare, pensando all'immancabile sopravvissuto dell'ultima ora, quello che si è salvato dall'incidente aereo per il disguido dell'ultimissimo istante.

Il caso. Per il regista polacco è lui a guidare i destini dell'uomo (ed il censore di quegli anni ad impazzire per tanto ardire): su questo argomento, magari di banale osservazione, il Kieslowski dell'81, al suo terzo lungometraggio conduce un'affascinante divagazione. Arte suprema della fabulazione: chi la possiede può tessere le trame della finzione si direbbe all'infinito. Mescolando le cose della vita privata con quelle del destino pubblico. Gli amori di uno studente di medicina in "congedo" (incerto se continuare gli studi ma - più ancora - se seguire la strada kieslowskiana dell'engagement politico non disgiunto dalla dignità morale) si coniugano così con squisita armonia ai destini politici della Polonia post stalinista.

Tre rincorse al treno sulla stazione di Lodz per raggiungere Varsavia: una riuscita, e due fallite. Esse permettono alla finzione di Kieslowski di ripartire tre volte da zero: per collaborare col regime, per per entrare nell'opposizione clandestina (ritratto feroce di un prete contestatario e spudorato, che contrasta colla presunta vocazione cattolica dell'autore) o - infine - per non scegliere. Tre soluzione egualmente fallimentari; ché anche la terza conduce ad un aereo per l'estero che si disintegrerà in volo, poco dopo il decollo.

Poiché il Caso finisce sempre per decidere al nostro posto, dettare la sua legge inesorabile sembra dirci l'autore, tanto vale scegliere, prender posizione, se mouiller come dicono i francesi. E farsi uomo.

Una lezione indimenticabile, nella quale la lucidità drammatica dell'analisi socio-politica, l'esigenza morale ad un mondo lontano dalle ipocrisie e dalle montagne s'innesca con facilità ammirevole sul quotidiano più immediato e sofferto.


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